Cooperative Arkè e Pantagruel, “Sotto il Palazzo”
giovedì 15 marzo 2012, ore 21.00
Piccolo Teatro Bolognini
via del Presto 5, Pistoia
ingresso libero
Non-scuola del Teatro delle Albe
NUBICUCULIA
liberamente tratto da “Gli uccelli” di Aristofane
nella riscrittura di Marco Martinelli
cura Alessandro Argnani
guide Alessandro Argnani, Linda Babbini, Beatrice Borri, Teresa Di Spirito, Laura Gori, Marco Rimediotti, Nicola Ruganti, Giulio Vannucci. suono Lorenzo Maffucci
laboratorio sullo sguardo a cura di Lorenzo Donati con Adele Ibrahim, Ivan Pagliaro, Michele Marchioro
grazie a Elisabetta Ahmetovic, Enzo Arena, Maria Vittoria Arena, Ilary Bonucci, Pamela Caporali, Mehdi El Aafi, Jessica Gagliano, Giulia Lenzi, Evelyn Ouadani, Alessandra Pelini, Arnold Shytani, Anna Zarbo
info@arcobalenopistoia.org
338.44.72.038
Appunti per Nubicuculia
di Lorenzo Donati
Da ottobre a marzo un gruppo di ragazzi e ragazze di Pistoia si è ritrovato per fare teatro. Dapprima suddiviso in due gruppi (allo Sconcerto delle Fornaci e alla Casa in Piazzetta), si sono poi riuniti insieme per portare sul palcoGli Uccelli di Aristofane, in una riscrittura di Marco Martinelli del Teatro delle Albe. A guidarli Alessandro Argnani, attore della compagnia di Ravenna nota a livello internazionale. Nel 1990 le Albe iniziano a lavorare con gli adolescenti, portando il teatro nelle scuole. Non sono dunque i professori a organizzare doposcuola teatrali, né insegnanti di accademie di recitazione più o meno istituzionali: a Ravenna il teatro entra a scuola grazie al percorso di artisti “eretici”, che negli anni andranno in giro per il mondo a seminare altri noccioli di teatro adolescente. Prima di Pistoia, la non-scuola è stata a Chicago, in Brasile, a Scampia e in tanti altri luoghi, seguendo latitudini teatrali imprevedibili. Non si tratta di “teatro sociale” né di “teatro-ragazzi”: a poco valgono le etichette a cui il mercato ci ha abituato, quando la sola autodefinizione che possediamo è un “non”. Non è teatro obbligatorio, non è teatro da imparare a memoria, non è teatro che venera i testi classici, non è teatro che viene insegnato. È teatro che si fa di pomeriggio, chiusi i portoni delle scuole; è teatro che propone alcune regole, che vanno rispettate seriamene come si rispettano le regole di un gioco; è teatro che si fa insieme, in cui prima del desiderio di primeggiare conta l’unione dei molti, contano i cori. Oltre a tutto questo, è un teatro che ingaggia una battaglia col testo, lo rispetta profondamente e per questo lo tradisce, lo riscrive, lo reinventa in modo che possa parlare ai ragazzi e a noi che li guardiamo. A Pistoia vedremo due umani che vogliono fuggire dalla grigia città e vanno in cerca di Tereo, l’uomo che è divenuto uccello. In cielo costruiranno un nuovo luogo da abitare, incontrando personaggi che renderanno le cose meno facili del previsto. Aristofane ha disegnato i contorni della trama, i ragazzi l’hanno presa e indossata, cambiando passaggi, aggiungendo dettagli. A Pistoia vedremo allora un teatro semplicemente vero, forse un poco di più di tante proposte sceniche “adulte”. Scommettiamo?